Ci sono persone che vivono le relazioni d'amore nella paura che possano finire. Non tollerano il distacco dal proprio compagno. Fiutano nel legame la minaccia della separazione. Spiano ogni possibilità, cogliendovi tale minaccia.
Ce ne sono altre, invece, che indietreggiano di fronte alle relazioni perché ne sono spaventate. Quindi evitano il legame, negano il loro bisogno d'amare e di essere amate.
La causa sottostante a tali comportamenti non è solo quella di soffrire o restare delusi, ma anche quella di essere abbandonati.
Quella dell'abbandono è una delle nostre paure più grandi. Essere abbandonati significa essere lasciati, per sempre. Significa che qualcuno dopo averci conosciuto e forse amato, sceglie di separarsi da noi. Sceglie di vivere senza di noi, di perderci. Di sotterrarci nei pensieri e nei ricordi lontani, insieme a vecchi pezzi di storia e a persone dimenticate.
Questo ci infligge una profonda ferita, non solo a causa del vuoto che la sua mancanza scava dentro di noi. Non solo perché siamo costretti ad abituarci alla sua assenza, ma anche perché ci rimanda che non siamo amabili, che non meritiamo l'amore.
Lo psicologo può aiutare e sostenere il soggetto a divenire consapevole della sua angoscia da separazione e ad elaborarla. In tal modo essa può trovare una collocazione, un ordine mentale dentro di lui.
Attraverso l'elaborazione di tale angoscia, il soggetto può affrontare la paura del legame e modificare la sua percezione interna del legame stesso. Ciò può aiutarlo a non viverlo più come qualcosa da cui fuggire o a cui aggrapparsi disperatamente. Tale percorso di consapevolezza si compie riconoscendo la propria amabilità e il proprio valore. Riconoscendosi cioè come persona amabile e importante; come persona che ha un valore a prescindere dal legame e che non è l'altro a darglielo o a toglierglielo.